Quaderni di Campagna

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Due anni fa perdevo il lavoro. E ritrovavo me. Cominciavo il viaggio che avrebbe cambiato tutto, quello che mi avrebbe fatto abbracciare la terra, la mia e quella dei Fuochi, la Decrescita Felice e la politica dal basso. In questo lungo percorso che è solo alla sua alba, ho dato corpo a tanti piccoli e grandi sogni negli anni solo timidamente accarezzati, ho camminato piano tra la gente e dentro me e ho, soprattutto, messo su una piccola azienda agricola: L’Orto Conviviale. Non da sola, ovviamente. Niente di tutto ciò che sono riuscita a fare, anche se riconosco di aver lavorato tanto, l’ho fatto con le mie sole forze. Ho avuto accanto persone che hanno creduto nella mia visione delle cose, che hanno amato ciò che amavo io e che non hanno mollato mai. Prima fra tutte, la mia famiglia e, immediatamente dopo di loro, i miei fratelli nella lotta ambientalista: il Movimento per la Decrescita Felice e la Rete di Cittadinanza e Comunità.
Nasce dunque da questo lento incedere nel mondo e dalla convinzione di aver avuto una seconda chance, la necessità fisica ed emotiva di annotare tutti questi meravigliosi cambiamenti in una sorta di diario, in un racconto semplice che si dipani come un lungo filo di paglia. A 45 anni suonati avere in dono un’altra vita è una gioia che non può rimanere chiusa nel suo cofanetto. Va esibita, in un certo qual modo ostentata, come un diamante alle dita delle ragazze di tanto tempo fa. Solo che qui c’è un unico valore a fare mostra di sè: quello di un sentiero di campagna lungo il quale possiamo cogliere fiori e, talvolta, trovare spine.
“Georgika”, in un certo senso, è già tutto questo. È la mia finestra sul mondo, il mio spazio di analisi. Quando ho perso il lavoro, in attesa di essere buttata fuori dalla mia vecchia vita, questa signorina vestita di fiori e con uno scarabeo verde brillante per collana, mi ha teso una mano e mi ha consolato. Le porto rispetto per questo: non per i contenuti e le soddisfazioni che nel tempo mi ha certamente dato, ma per il rifugio che è stata. Ho sempre potuto contare su di lei. Adesso che tutto è cambiato, lei è sempre qui con me ad aprirmi la strada: accanto alle esperienze sul territorio, alle considerazioni politiche e alle ricerche storiche, ci saranno racconti di un mondo al tramonto – quello contadino – al quale mi tengo stretta con tutte le mie forze e che proverò a tenere vivo anche semplicemente parlandone a voi.
Il Quaderno di Campagna è, per gli agricoltori, il registro di tutti gli interventi effettuati nel campo. Un diario, in definitiva, dello scorrere del tempo agrario tra semine e trapianti, cure, andamenti. La mia Georgika accoglierà questi diari, nel tentativo di essere per me la testimone delle mie nozze con il mondo e per voi solo un piccolissimo spazio di speranza. La campagna è il luogo dove ci si ritrova per una gita, dove ci si rifugia per riflettere e perfino per dipingere. Una dimensione, insomma, in cui l’uomo riconosce se stesso prendendo le distanze da tutto ciò che ostacola il suo pieno realizzarsi. Senza pretendere di essere d’esempio a nessuno, i miei “Quaderni di Campagna” racconteranno perciò di un cambiamento possibile e di una piccola realtà ribelle: quella del mio Orto dove tutto comincia ogni giorno e quella del mio cuore dove tutto ancora sa diventare magnifico.

Miriam Corongiu

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