Fuoco Nero – Rifiuti Tossici e Trivelle a Sud

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“Fuoco Nero”: Paolo Piras, Comitato “No al Progetto Eleonora”

Un bel pezzo delle nostre terre martoriate da rifiuti tossici e trivelle: dalla Basilicata alla Campania, dalla Puglia alla Sardegna. Insieme. A Caivano, Terra dei Fuochi. Dove venerdì scorso si è tenuto un convegno su alcuni dei disastri ambientali che affliggono l’Italia, “Fuoco Nero – Rifiuti Tossici e Trivelle a Sud”. E così Georgika è diventato spazio reale, andando oltre l’approfondimento virtuale e organizzando un incontro partecipato tra persone impegnate e liberi cittadini nel quale si sono confrontati saperi ed esperienze maturati nel tempo attraverso video-reportage e testimonianze dei diretti protagonisti, di quegli uomini, cioè, che non si fermano mai e che donano il proprio tempo e la propria professionalità alla comunità intera: Luigi Russo, giornalista e sociologo pugliese, Paolo Piras del comitato sardo “No al Progetto Eleonora”, Padre Maurizio Patriciello parroco di Caivano, Franco Ortolani geologo dell’Università di Napoli Federico II, Vincenzo Tosti storico attivista campano.

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“Fuoco Nero”: Pino Ciociola, inviato speciale di Avvenire, ed Enzo Tosti storico attivista in Terra dei Fuochi

Presente la Basilicata grazie alle devastanti immagini girate da Andrea Spartaco, reporter di www.basilicata24.it. Il tutto coordinato dalla conduzione di un giornalista militante: Pino Ciociola, inviato speciale di Avvenire.

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“Fuoco Nero”: Luigi Russo, sociologo e giornalista pugliese; il professor Franco Ortolani, geologo alla Federico II di Napoli

Tanti i temi trattati, molte le denunce, in un tragico intersecarsi  di vicende disastrose: il dramma della Terra dei Fuochi si è intrecciato, tra immagini e interviste, con quello delle trivellazioni rese selvagge da uno strumento normativo – lo Sblocca Italia – che accelera burocraticamente l’estrazione di petrolio scarso e di scarsa qualità; l’inquinamento dovuto alla ricerca di idrocarburi, che va a braccetto con la contaminazione delle falde acquifere della Basilicata e di tutte le regioni che ne vengono sporcate, ha colpito il pubblico presente per l’incredibile quanto automatico passaggio dalle attività estrattive alla catena alimentare,  mentre  l’”affaire Xylella” e l’eradicazione forzata degli ulivi, che condanna a morte il patrimonio verde della Puglia, è stato presentato per quello che è nella realtà: l’ultima trovata di un malato sistema economico che privilegia la distruzione della natura al solo scopo di arricchire pochi.

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“Fuoco Nero”: Pino Ciociola e Padre Maurizio Patriciello

Eppure, più nero è lo sfondo, meglio si percepiscono i colori. “Fuoco Nero” è stato infatti anche il crocevia di esperienze positive e vittoriose, nonché un momento per mettere a fuoco il valore della resistenza attiva.  I ragazzi sardi di “No al Progetto Eleonora” dopo quattro anni di lotta condotta a colpi di serissimi studi scientifici, manifestazioni e incontri pubblici, hanno battuto la Saras S.p.A. (Raffinerie Sarde, famiglia Moratti) pronta a trivellare l’oristanese: il TAR Regione Sardegna , poche settimane fa, ha ritenuto il Progetto Eleonora incompatibile con il territorio. I “santuari dell’acqua”, proposta concreta del geologo Ortolani, sono una difesa attuabile e concreta delle fonti di acqua potabile tra Campania e Basilicata, come di quelle poste in tutte le altre regioni, mentre la commovente sollevazione del popolo degli ulivi in Puglia, al grido “Li sfiniremo”, da energia a chi, in Terra dei Fuochi, vuole ancora combattere nonostante il calo fisiologico che un’intensa attenzione mediatica porta inevitabilmente con sé.

Molte voci, molti pensieri, molte e diverse prospettive. Non solo quattro regioni a confronto, ma anche quattro forze sociali si sono strette intorno a Georgika per rendere possibile questo dibattito: l’associazione Briganti, il Movimento per la Decrescita Felice di Salerno, Decrescita Felice Social Network e la Cooperativa Sociale di Scampia “L’Uomo e il Legno”, grazie alla quale “Fuoco Nero” dovrà “andare a scuola”.

Una sintesi per immagini del convegno sarà, infatti, proposta alle educative e alle scuole di Napoli perché la controinformazione è l’arma principale, la più potente, soprattutto se usata tra i giovanissimi. Se la Saras distribuisce nelle scuole di Sarroch, dove c’è la più grande raffineria del Mediterraneo, un fumetto in cui il gabbiano Gaby spiega che la raffineria non è pericolosa e se a marzo scorso l’ENI, in Basilicata, si muove sullo stesso binario con lo spettacolo teatrale “Le insostenibili leggerezze di Ciccio“  per educare gli adulti del futuro alla civiltà delle fonti fossili, l’unica speranza che abbiamo è contrastare metro dopo metro ogni iniziativa fuorviante e rispondere con modalità uguali e contrarie. Al nero vanno contrapposti i colori più intensi.

Servirà? Difficile a dirsi proprio oggi che la Campania di Vincenzo De Luca appare all’Expo di nuovo la terra Felix di un tempo : uno schiaffo in piena faccia a chi ha perso i propri figli e a chi tuttora percorre il calvario di una malattia terminale a causa dell’insalubrità ambientale.

Servirà comunque a non essere complici. Se non altro, come ha detto Padre Maurizio Patriciello, servirà a non farci maledire dai nostri figli.

Miriam Corongiu

 

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